DACHAU, UN VIAGGIO NELLA MEMORIA
- Alessia Biscia, @valigiainfarinata
- 24 feb
- Tempo di lettura: 3 min
Testo e immagini a cura di Alessia Biscia, Valigia Infarinata
Dovevo andarci, sentivo il bisogno nelle ossa e nella carne.
Visitare DACHAU è un’esperienza che mi ha lasciato un segno profondo. Appena varcata la soglia con la scritta Arbeit macht frei, una sensazione di pesantezza ha avvolto il corpo e la mente. Il silenzio del luogo è assordante, e ogni passo sembra carico del peso della storia. Camminando tra le baracche ricostruite, ho percepito il gelo dell’orrore che qui si è consumato. Il crematorio, le camere a gas, il muro delle esecuzioni: ogni angolo racconta storie di sofferenza indicibile.
È difficile trovare le parole, impossibile non sentirsi sopraffatti da un misto di dolore, sgomento e incredulità.Ma più di tutto, c’è un senso di responsabilità. Di ricordare, di testimoniare, di non permettere mai più che qualcosa del genere accada. Uscendo da Dachau, il mondo sembra lo stesso, ma dentro qualcosa è cambiato per sempre.
Doveva essere questa, dopo giorni di leggerezza, l'ultima tappa del nostro viaggio in Baviera.
Visitare Dachau non è un’esperienza turistica tradizionale. Non si tratta di ammirare panorami o scoprire nuove culture, ma di confrontarsi con una delle pagine più oscure della storia dell’umanità. Situato a pochi chilometri da Monaco di Baviera, il campo di concentramento di Dachau fu il primo creato dal regime nazista istituito il 22 marzo 1933. Il campo divenne presto un modello per gli altri campi di concentramento e un centro di addestramento per le SS.
UN LUOGO DI ORRORE E DI MEMORIA
Dachau è un viaggio nella memoria. Attraversando il cancello con la famigerata scritta Arbeit macht frei (Il lavoro rende liberi), si viene colpiti da un silenzio quasi surreale. Gli edifici rimasti, le baracche ricostruite e i memoriali raccontano, senza bisogno di parole, le sofferenze di coloro che qui furono imprigionati e uccisi.
Dachau era inizialmente destinato ai prigionieri politici, ma nel tempo divenne un luogo di detenzione e sterminio per ebrei, oppositori del regime, omosessuali, rom, testimoni di Geova e molte altre persone perseguitate dal nazismo. Durante i dodici anni della sua esistenza, oltre 200.000 persone furono imprigionate a Dachau. Si stima che almeno 41.500 persone siano morte nel campo, vittime di esecuzioni, esperimenti medici, malnutrizione e malattie.
Il 29 aprile 1945, le truppe americane liberarono Dachau, trovandosi di fronte a una scena di orrore: migliaia di corpi, sopravvissuti scheletrici e un treno carico di cadaveri. L’orrore scoperto a Dachau contribuì a rendere il mondo consapevole delle atrocità commesse dal regime nazista.
LA VISITA AL CAMPO
Oggi, Dachau è un memoriale aperto al pubblico, un luogo di riflessione dove la storia prende vita in maniera cruda e diretta. La visita include il museo con fotografie e documenti dell’epoca, i resti delle baracche, il crematorio e la camera a gas, luoghi che suscitano emozioni profonde e contrastanti.
Uno degli aspetti più toccanti è la testimonianza lasciata dai sopravvissuti. I racconti delle sofferenze vissute tra queste mura sono un monito contro l’indifferenza e la dimenticanza. La visita si conclude spesso con un momento di raccoglimento nei pressi dei memoriali religiosi costruiti dopo la liberazione.
PERCHE’ VISITARE DACHAU
Perché ricordare è fondamentale. Il campo di Dachau non è solo un luogo di dolore, ma un simbolo della necessità di mantenere viva la memoria storica affinché tragedie simili non si ripetano mai più.
Visitare Dachau significa confrontarsi con il passato, riflettere sul presente e assumersi la responsabilità di costruire un futuro migliore. È un’esperienza intensa, ma necessaria. Un monito per le generazioni future: mai più.
CONCLUSIONE
Vi ricordo, se ancora non lo fate, di seguirmi su Instagram o Facebook @valigiainfarinata (vi ringrazio infinitamente).
Vi ringrazio di essere stati con me fino a qui...alla prossima e a presto amici di Valigia Infarinata !
Alessia
Le immagini sono di proprietà di Alessia Biscia, proprietaria di www.aspassoconibambini.com per questo motivo non sono utilizzabili da terzi per alcun motivo.
Comments